mercoledì 25 agosto 2010

Canederli allo speck


Ultima tappa delle vacanze estive di quest'anno è Molveno, località di montagna adagiata sull'omonimo lago ai piedi delle Dolomiti di Brenta, sull'altopiano della Paganella. Vi avevo già trascorso le vacanze per due anni di seguito 12 o 13 anni fa e da allora ho sempre conservato il ricordo del lago dai riflessi turchini, di un azzurro che t'incanta...
Tornare è stato riscoprire questa meraviglia, circondata da ghiaia bianca e da un prato tagliato e curato come solo in posti dove la cura e l'attenzione della gente ospitale della montagna sa fare.


Abbiamo alloggiato in un albergo proprio vicino al lago, in prossimità del ruscello attraversato da un ponte decorato con fiori rossi che porta alla spiaggia, e accanto alla piccola cappella di San Vigilio, che di sera
illuminata mostra il lato affascinante di sé.
Il centro del paese, che si trova poco sopra il lago, è costituito da una via principale pedonale che diparte dalla chiesa parrocchiale fino alla fine del centro con gli alberghi principali. Lungo la via si trova una lunga serie di negozietti in cui sono entrata più volte con gli occhi luccicanti di curiosità!
Adoro l'artigianato locale che si trova in montagna: dagli oggetti in legno alle stoffe tirolesi, per non parlare delle grappoteche e dei negozi di specialità gastronomiche nei quali ho approfittato per acquistare souvenir e
ricordini da regalare.
Giorno dopo giorno, nell'armadio si accumulano pacchetti e pacchettini colorati e la voglia di acquistare qualcosa anche per la casa dei Bubu cresce sempre più! E' così che mi concedo il lusso di comprare la famosa casetta per gli uccellini che cerco ormai da un paio d'anni, una bambola di pezza che mi
faceva troppa tenerezza ed una deliziosa tovaglietta per la colazione con fragoline rosse stampate... Eh, I love shopping!


Ed eccoci alla ricetta del giorno. Rientrata a casa non ho potuto fare a meno di preparare, in omaggio alla vacanza trentina, i canederli allo speck, riutilizzando così il pane raffermo conservato ultimamente.
La ricetta l'ho presa da un libro di specialità delle Dolomiti acquistato la scorsa estate in Cadore. Buoni, buoni e buoni!

Ingredienti

300 gr di pane bianco raffermo
100 gr di speck tagliato pezzettini piccoli
3 uova
3 dl di latte
farina q.b.
1 cipolla
30 gr di burro
prezzemolo
sale, pepe
1,5 dl di brodo di carne

Sbriciolare il pane raffermo e raccoglierlo in una terrina insieme allo speck.
Sbattere le uova con 2 dl di latte, il sale, il pepe e un ciuffetto di prezzemolo tritato. Versare il composto di uova al pane e lasciare ammollare per almeno 1 ora.
Tritare la cipolla sottile e soffriggerla nel burro. Unirla
al pane insieme alla farina e al latte rimasto mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo e colloso. Regolare di sale e pepe se serve e lasciare riposare in frigorifero per 15 minuti.


Ritirare dal frigo e formare 8 canederli del diametro di 6,5-7 cm aiutandosi con un po' di farina se necessario.


Cuocere nel brodo bollente per 15 minuti circa oppure lessare in acqua salata e condire con burro fuso insaporito con salvia o maggiorana.

lunedì 16 agosto 2010

Mezze penne all'ortolana


Domenica ore 12, situazione frigorifero: mezzo peperone giallo, 1 zucchina da consumare in fretta, qualche sottiletta, pomodori a volontà! Ho passato buona parte della mattinata a preparare intingoli e verdure varie per la settimana, per avvantaggiare Bubu che così si trova già qualcosa di pronto da portare a
lavoro e per me che così posso riposare un po' durante la pausa pranzo.
Adesso voglia di pensa anche al pranzo proprio non ne ho e s'improvvisa così questa pasta saltata veloce ed estiva!

Ingredienti

170 gr di mezze penne
mezzo peperone giallo
1 zucchina piccola
1 sottiletta
1 pomodoro San Marzano
sale, pepe, peperoncino
olio di semi
olio d'oliva


Lavare, mondare e tagliare a striscioline sottili il peperone e la zucchina.
Asciugare bene con carta da cucina e friggere in abbondante olio di semi ben
caldo. Asciugare la verdura fritta su carta da cucina e salare.
Nel frattempo scottare il pomodoro per 1 minuto in acqua salata, spellarlo, eliminare i semi e tagliarlo a striscioline sottili.
Lessare la pasta in acqua salata e scolare molto al dente.
Concludere la cottura delle mezze penne saltandole in padella con le verdure fritte e il pomodoro con un giro d'olio, aglio e mezzo peperoncino sbriciolato.
Per ultimo aggiungere la sottiletta a pezzettini. Salare, pepare e servire caldissime!

giovedì 12 agosto 2010

Diario di viaggio (terza ed ultima parte)


Una storia a parte merita il mare di queste coste. Chi mai penserebbe che l'altra metà dell'Adriatico ci riserva delle acque così limpide e cristalline? Da qui, seduta sugli scogli, popolati da granchi timidi, si possono osservare i pesci nuotare pacifici, i ricci ancorati saldamente ai fondali, le lumachine e i paguri che si spostano sugli scogli in cerca di rifugio da un'onda più imponente.


In prossimità della riva l'acqua è di un colore verde limpido e mano a mano che il fondale scende di profondità si tinge sempre più di smeraldo, poi di un azzurro intenso fino al blu profondo che ci raggiunge dall'orizzonte.
Immergersi richiede un po' di coraggio perchè la temperatura dell'acqua è un po' più bassa rispetto ai nostri lidi veneti. Abbozzo un tentativo dapprima in punta di piedi, poi fino a metà gamba, mi siedo sugli scogli rinfrescandomi le braccia e le spalle. Infine cedo e con un balzo impaurito mi lascio inghiottire dall'acqua gelida, un brivido, qualche bracciata e finalmente rimango circondata da un refrigerio ineguagliabile di libertà!

Ci sono parecchie famiglie che si dedicano allo snorkelling: indossati pinne, boccaglio e maschera si lasciano ipnotizzare dalla ricerca incessante di vita negli abissi. E' interessante osservare soprattutto i bambini mezz'ore intere galleggiare a pelo d'acqua, vedendo spuntare solamente il boccaglio, quasi una pinna di un pesce, ogni tanto immergersi in profondità con una veloce pinnata, e riemergere poco sventolando il trofeo di quell'avventura: il guscio di un riccio, un sasso dalla forma fantasiosa, qualche conchiglia strappata agli scogli.

Personalmente non ho molta confidenza con il respirare sott'acqua, in parte perchè l'acqua particolarmente salata di questi mari mi si insinua negli occhi molto sensibili rendendomi completamente cieca. Il penultimo giorno però decido di avventurarmi anch'io e per una ventina di minuti buoni ripercorro il fondale in prossimità della riva dove ci stabiliamo solitamente. E' davvero un mondo incantato, forse non così popolato e colorato come quello egiziano visitato qualche mese fa, ma sempre affascinante! Scorgo i gusci di qualche riccio azzurri e verdi, dei piccoli pesci neri corvino ed altri pesciolini azzurri con una cavigliera scura sulla pinna.
Nuoto sopra un branco di centinaia di pescetti grigi che il riflesso rende di un verde quasi trasparente e trovo anche dei pesci più grossi e con qualche macchia rosa.
E' una giornata di sole splendida e il sole che filtra nell'acqua illumina a specchio questo mondo sommerso!
Il giovedì sera, incuriosita dalla recensione di Vbrnk, piccolo paesino arroccato su di una collina a una decina di chilometri da Silo, ho proposto un'escursione serale a questa località, anzichè la consueta passeggiata gelato a Silo. A dirla tutta la sera precedente eravamo stati a Malinska, colorata, scintillante, gremita di ristoranti e locali all'aperto che propongono cocktail dai nomi suggestivi ed esotici, giardini in stile lounge pronti ad ospitare la movida dell'isola. Lo stesso centro residenziale è costituito da villette curate e moderne.


Approdare a Vbrnk è invece un po' come tornare indietro negli anni. In questo piccolo centro il tempo sembra essersi fermato. E' scuro ormai fuori ma proveniendo dalla strada principale fiancheggiamo file e file di vigneti. La località è infatti conosciuta perchè qui si puo degustare un rinomato vino bianco locale, la zlahtina.

Ci dirigiamo a piedi verso le prime luci che provengono dalla piazzetta principale. E' piena di giovani che sorseggiano bibite fresche accomodati al bar e bambini che si divertono a gicare a palla o a sfrecciare sui loro monopattini luccicanti o reclamare un gelato ai genitori.
Ma dal centro apparente di vita e gioventù sono pochi i metri che ci separano dal salto indietro nel tempo. Basta imboccare un viottolo scosceso piastrellato da ciottoli irregolari e smossi per ritrovarci inghiottiti da case alte e strette, a prima vista abbandonate, quasi fossimo giunti in un paese fantasma.

Le nostre sensazioni sono presto smentite dalla vista di panni stesi a cordicelle e stendini, da qualche bagliore proveniente da minuscole finestre nascoste da tendine, ogni tanto qualche angolo illuminato da lumini ossequiosi dove sono disposte delle sedie. La nostra perlustrazione viene all'improvviso spaventata dai mormorii dei saggi del paese, aqquattati a crocchio in uno dei tanti angoli, quasi a ricordarci che siamo solo ospiti.

Il tutto ha un sapore arcaico, antico. Mi tornano alla mente immagini dei nostri paesi dell'entroterra, quelli più lontani, dove l'industrializzazione è rimasta ai confini.
Continuiamo velocemente in punta dei piedi il nostro viaggio, ma ogni vicolo da noi percorso ci riporta al punto di partenza, la piazzetta principale, alla realtà che ci appartiene e ci rassicura.

Troppo velocemente arriva anche l'ultimo giorno di vacanza in Croazia. La penultima sera decidiamo per un'altra spedizione gastronomica a Krk. Ritorniamo al nostro ristorante preferito dove stavolta scegliamo un bel piatto di grigliata mista di pesce, un generoso vassoio con scampi, cozze, tonno, un pesce tipo orata e calamari. A metà della nostra cena dal mare di fronte si leva un vento caldo ma forte, dei lampi improvvisi all'orizzonte, il cielo sempre più scuro brontola sempre più incessantemente.
Concludiamo alla svelta la cena, la musica di due suonatori di tromba che improvvisano uno spettacolino sul lungomare ci giunge sempre più vicina, trasportata dal vento, alcuni goccioloni segnano il piazzale. All'improvviso è un fuggi fuggi generale ma allegro. Siamo costretti a risalire a grandi passi il viottolo che qualche giorno prima ci aveva condotto lì, impedendomi così di andare in cerca del cappellino, delle posate colorate per la nostra tavola che avevo addocchiato in un negozietto, dei piccoli souvenir da portare a ricordo.
Il temporale si abbatte abbastanza violentemente sull'isola, il sonno è disturbato da continue raffiche di vento e pioggia; ci chiediamo prima di riabbandonarci ai sogni se domani ci verrà regalata l'ultima giornata di sole.


La mattina dopo ci sveglia una luce diversa, il cielo è ancora molto nuvoloso e a parte qualche spiraglio non promette una bellissima giornata. Ci avventuriamo ugualmente sugli scogli, il vento della notte si è addolcito e ci godiamo il riflesso delle onde per l'ultimo giorno. Ad un certo punto il cielo dietro la collina di fronte comincia a imbrunirsi, nuvoloni neri si avvicinano e il mare riflette una luce quasi irreale e spettrale.




E' uno spettacolo di luce che comincia a insinuarsi sulla pelle, ora sfiorata da un nuovo innalzarsi di vento. I colori del mare e del cielo, delle piante che ci avevano colpiti nei giorni passati, lasciano spazio ad una nuovo lato di quest'isola e di questa natura, quasi a non volerci lasciare andare prima di averci fatto
scoprire un'altro aspetto, non meno sorprendente.
Raccogliamo in fretta le nostre cose e rientriamo allo studio, ad ammirare dal balcone sul porto un'altro temporale.

mercoledì 11 agosto 2010

Diario di viaggio (e risotto ai frutti di mare)

Il lunedì sera ci siamo tolti il primo sfizio: dopo esserci lavati, preparati, truccati (questo vale solo per la metà femminile della coppia eh!) ci siamo diretti a Krk, capoluogo dell'isola, nonché la cittadina tra le più popolate e ricche dell'isola in termini di ricettività turistica e attrazioni culturali.

Parcheggiata l'auto a circa un chilometro dal centro, ci siamo infilati in uno stretto viottolo ciottolato delimitato da case alte accostate l'una all'altra, interrotte di tanto in tanto da balconcini fioriti o da cancelli che lasciano intravedere giardini nascosti e segreti che i veglioti (abitanti di Veglia o Krk) curano intimamente.

Dopo esserci persi in questo labirinto di viuzze e di segreti, raggiungiamo la piazzetta principale, La Vela Placa dalla quale dipartono altre stradine stavolta gorgheggianti di negozietti colorati di souvenir, abbigliamento da mare, gelaterie, paninerie, caffè e da quanto altro i turisti possono farsi tentare.

Il lungomare sul porto è un'altra lunga fila di bancarelle dai tendoni rosso scuro che nell'insieme appaiono allegre e romantiche. Anche qui mi fermo inebetita a far il pieno dei colori scintillanti di collanine, bracciali, minute sculture di elfi e folletti dipinti a mano, annusando ad occhi chiusi il profumo di mazzi di lavanda, di flaconi di miele di mille e più fiori...



Il mio desiderio si ferma su un cappellino di paglia legato alla base da un nastro con qualche fiorellino rosa. E' da un po' che ne sto cercando uno che mi piaccia e che mi stia bene. In genere li trovo troppo grandi per la mia testa o troppo da bambina o troppo insulsi, che non dicono niente o che distorgono il carattere di chi li porta.
Ne ho bisogno per proteggermi dal sole ed evitare di ingigantire delle antiestetiche macchie scure che si acuiscono con l'esposizione solare e che mi costringono a tornare a casa con la faccia bianca sul corpo abbronzato, grazie alla protezione totale che ritualmente stendo sul viso ogni mattina a formare una pellicola protettiva che non lascia passare quei raggi solari che prepotentemente mi hanno marchiata, a ricordo forse di un tempo vissuto senza il pensiero del domani.
Lo indosso, mi ritraggo nello specchio, mi dona, mi restituisce l'immagine romantica e romanzesca di me. Decido di pensarci su e di tornare ad acquistarlo al rientro dalla serata. Acquisti impulsivi come questi andrebbero conclusi subito, o si torna a mani vuote, come è successo con questo cappello...

Ma torniamo all'obiettivo della serata: scovare un posticino carino e a buon mercato dove cenare! Dopo un'attenta ma veloce valutazione dei primi tre ristoranti lungo il porto, optiamo per il già collaudato Konoba Sime. La coda all'ingresso e i tavoli esterni ocmpletamente occupati ci confermano che lo standard di due anni fa non è cambiato.
Dopo una decina di minuti si libera un posto per due e ci fanno accomodare ad un massiccio tavolone di legno scuro, in compagnia di un'altra coppia di italiani in vacanza.
Ordiniamo risotto ai frutti di mare, frittura di calamari e spiedini di scampi. Di risotto ce ne facciamo portare una porzione divisa in due, memori delle porzioni generose: è veramente saporito, ricco di seppioline, gamberetti, cozze e moscardini. Il riso è cotto a puntino e il sapore è morbido e avvolgente!


La frittura giunge anch'essa abbondante con, oltre ai calamari, ancora moscardini e gamberetti, non unta e croccante. L'unica nota meno positiva la riservo per gli spiedini, serviti su del riso in bianco, gustoso ma
con lo stesso sapore di quello ai frutti di mare e gli scampi non proprio molto saporiti. Il tutto alla modica cifra di 210 kune, 29 euro in due. Anche quest'anno prova pesce superata!

domenica 8 agosto 2010

Diaro di viaggio


Isola di Krk, o isola di Veglia, è una delle più grandi isole dell'arcipelago del Quarnaro, nel Mar Adriatico. Si trova direttamente sotto la penisola dell'Istria ed è collegata alla terraferma da un ponte a pedaggio. Comodità non da poco se si pensa che le altre isole sono raggiungibili altrimenti solo tramite il ferry con le conseguenti code ed attese.
Sabato 17 luglio siamo partiti di buon'ora, con il fresco che era ormai un'utopia e reso reale solo dal buon impianto clima della Lancia Y che carica di bagagli si dirige verso la nostra frontiera. E' una corsa che dura poco perché già in prossimità di Monfalcone siamo costretti in coda per quasi un'ora. E' un'attesa in compagnia di parecchi vacanzieri che come noi non vedono l'ora di giungere a destinazione, ed è interessante scoprire dalle targhe da dove provengono, immaginare dai bagagli dove siano diretti e cosa ognuno s'inventi per passare il tempo sbirciando dai finestrini! Ma non ci arrendiamo, la voglia di vacanza è troppa e verso l'ora di pranzo attracchiamo a Silo, una piccola località turistica che si affaccia sul litorale orientale dell'isola.
Qui domina una natura incontaminata, acque cristalline e una vegetazione ricca di oleandri, piante grasse, pinete marittime e arbusti.
Siamo ospiti come qualche anno fa della famiglia Cargonja, la cui abitazione è anche sede della capitanieria di porto, presieduta proprio dal nostro padrone di casa.


La casa, una bella e ampia costruzione bianca, con qualche bordo in pietra a vista e i terrazzini con le colonnine biance, caratteristiche delle abitazioni delle località marittime croate, è divisa in vari appartamenti che la signora Cargonja gestisce e affitta agli ospiti stranieri, sloveni, tedeschi e austriaci per lo più (lo dimostra il fatto che il satellitare riceve per la maggiore canali tedeschi). Il nostro “studio”, come lo chiamano qui, consiste in una stanza con il letto al centro, un angolo cottura, un piccolo bagno e il guardaroba. L'angolo più bello lo riservo alla grande parete finestrata che si affaccia sul giardino di ingresso di casa e da cui si scorge il piccolo porticciuolo, il mare blu e la collina occidentale del'insenatura di Silo da dove ci giungono le luci delle case lontane.


Inizialmente sono un po' disorientata poichè nella mia testa pensavo ci saremmo sistemati nell'appartamentino al pianterreno, con la cucina all'aperto e gli uccellini che due anni fa venivano a trovarci tra la vegetazione del
piccolo cortile in cerca di briciole da portare al nido.
Trascorriamo le nostre giornate in ozio e relax, la mattina presto ci posizioniamo sugli scogli proprio vicino a casa con al seguito tutto il necessaire del caso: materassini, teli mare, scarpette di gomma e da quest'anno
anche i tubi per galleggiare (quelli che uso anche al corso di acqua gym: fenomenali!).
Siamo accarezzati da un leggera brezza e gli unici suoni di sottofondo sono l'infrangersi delle onde sugli scogli e il richiamo di qualche gabbiano. Nei week end invece tutto si enfatizza: anche qui i pendolari armati di
pinne ed occhiale invadono ogni angolo ed è un susseguirsi di moto d'acqua, tuffi a ruota libera e a volte qualche schiamazzo di troppo...
Quando poi però ti ritrovi tu e il tuo libro e i tuoi pensieri riemerge quella pace interiore di serenità che ti fa intravedere nuove vie, nuovi sentieri. A volte anche il solo cambiare il luogo del corpo e dell'anima ti fa ritrovare dei pensieri che non sapevi di possedere.
Sottolineo che questa breve divagazione interiore è condizionata dal mio compagno di letture. Ho portato con me un romanzo della scrittrice spagnola Carmen Martin Gaite, Nuvolosità variabile, dove il viaggio nel mondo interno riporta ad un'arcaica interpretazione della realtà, un'originaria infantile e primaria emozione!

Ma ecco, è passata una barca, l'Elizabeth Excursion, imbarcazione che conduce i turisti in mare aperto alla scoperta di fondali e mete naturalistiche e culturali vicine, e sta per approdare nel nostro piccolo porto di Silo.
Dopo qualche minuto che l'Elizabeth ha sfrecciato salutandoci, la scia bianca e schiumosa che ha dimenticato a poppa si trasforma in onde sepre piùgrandi che si schiantano sulla costiera e mi vedono balzare improvvisalemnte sull'attenti per salvare gli asciugamani da un sicuro inzuppamento!

(continua...)