Il lunedì sera ci siamo tolti il primo sfizio: dopo esserci lavati, preparati, truccati (questo vale solo per la metà femminile della coppia eh!) ci siamo diretti a Krk, capoluogo dell'isola, nonché la cittadina tra le più popolate e ricche dell'isola in termini di ricettività turistica e attrazioni culturali.
Parcheggiata l'auto a circa un chilometro dal centro, ci siamo infilati in uno stretto viottolo ciottolato delimitato da case alte accostate l'una all'altra, interrotte di tanto in tanto da balconcini fioriti o da cancelli che lasciano intravedere giardini nascosti e segreti che i veglioti (abitanti di Veglia o Krk) curano intimamente.
Dopo esserci persi in questo labirinto di viuzze e di segreti, raggiungiamo la piazzetta principale, La Vela Placa dalla quale dipartono altre stradine stavolta gorgheggianti di negozietti colorati di souvenir, abbigliamento da mare, gelaterie, paninerie, caffè e da quanto altro i turisti possono farsi tentare.
Il lungomare sul porto è un'altra lunga fila di bancarelle dai tendoni rosso scuro che nell'insieme appaiono allegre e romantiche. Anche qui mi fermo inebetita a far il pieno dei colori scintillanti di collanine, bracciali, minute sculture di elfi e folletti dipinti a mano, annusando ad occhi chiusi il profumo di mazzi di lavanda, di flaconi di miele di mille e più fiori...
Il mio desiderio si ferma su un cappellino di paglia legato alla base da un nastro con qualche fiorellino rosa. E' da un po' che ne sto cercando uno che mi piaccia e che mi stia bene. In genere li trovo troppo grandi per la mia testa o troppo da bambina o troppo insulsi, che non dicono niente o che distorgono il carattere di chi li porta.
Ne ho bisogno per proteggermi dal sole ed evitare di ingigantire delle antiestetiche macchie scure che si acuiscono con l'esposizione solare e che mi costringono a tornare a casa con la faccia bianca sul corpo abbronzato, grazie alla protezione totale che ritualmente stendo sul viso ogni mattina a formare una pellicola protettiva che non lascia passare quei raggi solari che prepotentemente mi hanno marchiata, a ricordo forse di un tempo vissuto senza il pensiero del domani.
Lo indosso, mi ritraggo nello specchio, mi dona, mi restituisce l'immagine romantica e romanzesca di me. Decido di pensarci su e di tornare ad acquistarlo al rientro dalla serata. Acquisti impulsivi come questi andrebbero conclusi subito, o si torna a mani vuote, come è successo con questo cappello...
Ma torniamo all'obiettivo della serata: scovare un posticino carino e a buon mercato dove cenare! Dopo un'attenta ma veloce valutazione dei primi tre ristoranti lungo il porto, optiamo per il già collaudato Konoba Sime. La coda all'ingresso e i tavoli esterni ocmpletamente occupati ci confermano che lo standard di due anni fa non è cambiato.
Dopo una decina di minuti si libera un posto per due e ci fanno accomodare ad un massiccio tavolone di legno scuro, in compagnia di un'altra coppia di italiani in vacanza.
Ordiniamo risotto ai frutti di mare, frittura di calamari e spiedini di scampi. Di risotto ce ne facciamo portare una porzione divisa in due, memori delle porzioni generose: è veramente saporito, ricco di seppioline, gamberetti, cozze e moscardini. Il riso è cotto a puntino e il sapore è morbido e avvolgente!
La frittura giunge anch'essa abbondante con, oltre ai calamari, ancora moscardini e gamberetti, non unta e croccante. L'unica nota meno positiva la riservo per gli spiedini, serviti su del riso in bianco, gustoso ma
con lo stesso sapore di quello ai frutti di mare e gli scampi non proprio molto saporiti. Il tutto alla modica cifra di 210 kune, 29 euro in due. Anche quest'anno prova pesce superata!
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