giovedì 12 agosto 2010

Diario di viaggio (terza ed ultima parte)


Una storia a parte merita il mare di queste coste. Chi mai penserebbe che l'altra metà dell'Adriatico ci riserva delle acque così limpide e cristalline? Da qui, seduta sugli scogli, popolati da granchi timidi, si possono osservare i pesci nuotare pacifici, i ricci ancorati saldamente ai fondali, le lumachine e i paguri che si spostano sugli scogli in cerca di rifugio da un'onda più imponente.


In prossimità della riva l'acqua è di un colore verde limpido e mano a mano che il fondale scende di profondità si tinge sempre più di smeraldo, poi di un azzurro intenso fino al blu profondo che ci raggiunge dall'orizzonte.
Immergersi richiede un po' di coraggio perchè la temperatura dell'acqua è un po' più bassa rispetto ai nostri lidi veneti. Abbozzo un tentativo dapprima in punta di piedi, poi fino a metà gamba, mi siedo sugli scogli rinfrescandomi le braccia e le spalle. Infine cedo e con un balzo impaurito mi lascio inghiottire dall'acqua gelida, un brivido, qualche bracciata e finalmente rimango circondata da un refrigerio ineguagliabile di libertà!

Ci sono parecchie famiglie che si dedicano allo snorkelling: indossati pinne, boccaglio e maschera si lasciano ipnotizzare dalla ricerca incessante di vita negli abissi. E' interessante osservare soprattutto i bambini mezz'ore intere galleggiare a pelo d'acqua, vedendo spuntare solamente il boccaglio, quasi una pinna di un pesce, ogni tanto immergersi in profondità con una veloce pinnata, e riemergere poco sventolando il trofeo di quell'avventura: il guscio di un riccio, un sasso dalla forma fantasiosa, qualche conchiglia strappata agli scogli.

Personalmente non ho molta confidenza con il respirare sott'acqua, in parte perchè l'acqua particolarmente salata di questi mari mi si insinua negli occhi molto sensibili rendendomi completamente cieca. Il penultimo giorno però decido di avventurarmi anch'io e per una ventina di minuti buoni ripercorro il fondale in prossimità della riva dove ci stabiliamo solitamente. E' davvero un mondo incantato, forse non così popolato e colorato come quello egiziano visitato qualche mese fa, ma sempre affascinante! Scorgo i gusci di qualche riccio azzurri e verdi, dei piccoli pesci neri corvino ed altri pesciolini azzurri con una cavigliera scura sulla pinna.
Nuoto sopra un branco di centinaia di pescetti grigi che il riflesso rende di un verde quasi trasparente e trovo anche dei pesci più grossi e con qualche macchia rosa.
E' una giornata di sole splendida e il sole che filtra nell'acqua illumina a specchio questo mondo sommerso!
Il giovedì sera, incuriosita dalla recensione di Vbrnk, piccolo paesino arroccato su di una collina a una decina di chilometri da Silo, ho proposto un'escursione serale a questa località, anzichè la consueta passeggiata gelato a Silo. A dirla tutta la sera precedente eravamo stati a Malinska, colorata, scintillante, gremita di ristoranti e locali all'aperto che propongono cocktail dai nomi suggestivi ed esotici, giardini in stile lounge pronti ad ospitare la movida dell'isola. Lo stesso centro residenziale è costituito da villette curate e moderne.


Approdare a Vbrnk è invece un po' come tornare indietro negli anni. In questo piccolo centro il tempo sembra essersi fermato. E' scuro ormai fuori ma proveniendo dalla strada principale fiancheggiamo file e file di vigneti. La località è infatti conosciuta perchè qui si puo degustare un rinomato vino bianco locale, la zlahtina.

Ci dirigiamo a piedi verso le prime luci che provengono dalla piazzetta principale. E' piena di giovani che sorseggiano bibite fresche accomodati al bar e bambini che si divertono a gicare a palla o a sfrecciare sui loro monopattini luccicanti o reclamare un gelato ai genitori.
Ma dal centro apparente di vita e gioventù sono pochi i metri che ci separano dal salto indietro nel tempo. Basta imboccare un viottolo scosceso piastrellato da ciottoli irregolari e smossi per ritrovarci inghiottiti da case alte e strette, a prima vista abbandonate, quasi fossimo giunti in un paese fantasma.

Le nostre sensazioni sono presto smentite dalla vista di panni stesi a cordicelle e stendini, da qualche bagliore proveniente da minuscole finestre nascoste da tendine, ogni tanto qualche angolo illuminato da lumini ossequiosi dove sono disposte delle sedie. La nostra perlustrazione viene all'improvviso spaventata dai mormorii dei saggi del paese, aqquattati a crocchio in uno dei tanti angoli, quasi a ricordarci che siamo solo ospiti.

Il tutto ha un sapore arcaico, antico. Mi tornano alla mente immagini dei nostri paesi dell'entroterra, quelli più lontani, dove l'industrializzazione è rimasta ai confini.
Continuiamo velocemente in punta dei piedi il nostro viaggio, ma ogni vicolo da noi percorso ci riporta al punto di partenza, la piazzetta principale, alla realtà che ci appartiene e ci rassicura.

Troppo velocemente arriva anche l'ultimo giorno di vacanza in Croazia. La penultima sera decidiamo per un'altra spedizione gastronomica a Krk. Ritorniamo al nostro ristorante preferito dove stavolta scegliamo un bel piatto di grigliata mista di pesce, un generoso vassoio con scampi, cozze, tonno, un pesce tipo orata e calamari. A metà della nostra cena dal mare di fronte si leva un vento caldo ma forte, dei lampi improvvisi all'orizzonte, il cielo sempre più scuro brontola sempre più incessantemente.
Concludiamo alla svelta la cena, la musica di due suonatori di tromba che improvvisano uno spettacolino sul lungomare ci giunge sempre più vicina, trasportata dal vento, alcuni goccioloni segnano il piazzale. All'improvviso è un fuggi fuggi generale ma allegro. Siamo costretti a risalire a grandi passi il viottolo che qualche giorno prima ci aveva condotto lì, impedendomi così di andare in cerca del cappellino, delle posate colorate per la nostra tavola che avevo addocchiato in un negozietto, dei piccoli souvenir da portare a ricordo.
Il temporale si abbatte abbastanza violentemente sull'isola, il sonno è disturbato da continue raffiche di vento e pioggia; ci chiediamo prima di riabbandonarci ai sogni se domani ci verrà regalata l'ultima giornata di sole.


La mattina dopo ci sveglia una luce diversa, il cielo è ancora molto nuvoloso e a parte qualche spiraglio non promette una bellissima giornata. Ci avventuriamo ugualmente sugli scogli, il vento della notte si è addolcito e ci godiamo il riflesso delle onde per l'ultimo giorno. Ad un certo punto il cielo dietro la collina di fronte comincia a imbrunirsi, nuvoloni neri si avvicinano e il mare riflette una luce quasi irreale e spettrale.




E' uno spettacolo di luce che comincia a insinuarsi sulla pelle, ora sfiorata da un nuovo innalzarsi di vento. I colori del mare e del cielo, delle piante che ci avevano colpiti nei giorni passati, lasciano spazio ad una nuovo lato di quest'isola e di questa natura, quasi a non volerci lasciare andare prima di averci fatto
scoprire un'altro aspetto, non meno sorprendente.
Raccogliamo in fretta le nostre cose e rientriamo allo studio, ad ammirare dal balcone sul porto un'altro temporale.

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