domenica 8 agosto 2010

Diaro di viaggio


Isola di Krk, o isola di Veglia, è una delle più grandi isole dell'arcipelago del Quarnaro, nel Mar Adriatico. Si trova direttamente sotto la penisola dell'Istria ed è collegata alla terraferma da un ponte a pedaggio. Comodità non da poco se si pensa che le altre isole sono raggiungibili altrimenti solo tramite il ferry con le conseguenti code ed attese.
Sabato 17 luglio siamo partiti di buon'ora, con il fresco che era ormai un'utopia e reso reale solo dal buon impianto clima della Lancia Y che carica di bagagli si dirige verso la nostra frontiera. E' una corsa che dura poco perché già in prossimità di Monfalcone siamo costretti in coda per quasi un'ora. E' un'attesa in compagnia di parecchi vacanzieri che come noi non vedono l'ora di giungere a destinazione, ed è interessante scoprire dalle targhe da dove provengono, immaginare dai bagagli dove siano diretti e cosa ognuno s'inventi per passare il tempo sbirciando dai finestrini! Ma non ci arrendiamo, la voglia di vacanza è troppa e verso l'ora di pranzo attracchiamo a Silo, una piccola località turistica che si affaccia sul litorale orientale dell'isola.
Qui domina una natura incontaminata, acque cristalline e una vegetazione ricca di oleandri, piante grasse, pinete marittime e arbusti.
Siamo ospiti come qualche anno fa della famiglia Cargonja, la cui abitazione è anche sede della capitanieria di porto, presieduta proprio dal nostro padrone di casa.


La casa, una bella e ampia costruzione bianca, con qualche bordo in pietra a vista e i terrazzini con le colonnine biance, caratteristiche delle abitazioni delle località marittime croate, è divisa in vari appartamenti che la signora Cargonja gestisce e affitta agli ospiti stranieri, sloveni, tedeschi e austriaci per lo più (lo dimostra il fatto che il satellitare riceve per la maggiore canali tedeschi). Il nostro “studio”, come lo chiamano qui, consiste in una stanza con il letto al centro, un angolo cottura, un piccolo bagno e il guardaroba. L'angolo più bello lo riservo alla grande parete finestrata che si affaccia sul giardino di ingresso di casa e da cui si scorge il piccolo porticciuolo, il mare blu e la collina occidentale del'insenatura di Silo da dove ci giungono le luci delle case lontane.


Inizialmente sono un po' disorientata poichè nella mia testa pensavo ci saremmo sistemati nell'appartamentino al pianterreno, con la cucina all'aperto e gli uccellini che due anni fa venivano a trovarci tra la vegetazione del
piccolo cortile in cerca di briciole da portare al nido.
Trascorriamo le nostre giornate in ozio e relax, la mattina presto ci posizioniamo sugli scogli proprio vicino a casa con al seguito tutto il necessaire del caso: materassini, teli mare, scarpette di gomma e da quest'anno
anche i tubi per galleggiare (quelli che uso anche al corso di acqua gym: fenomenali!).
Siamo accarezzati da un leggera brezza e gli unici suoni di sottofondo sono l'infrangersi delle onde sugli scogli e il richiamo di qualche gabbiano. Nei week end invece tutto si enfatizza: anche qui i pendolari armati di
pinne ed occhiale invadono ogni angolo ed è un susseguirsi di moto d'acqua, tuffi a ruota libera e a volte qualche schiamazzo di troppo...
Quando poi però ti ritrovi tu e il tuo libro e i tuoi pensieri riemerge quella pace interiore di serenità che ti fa intravedere nuove vie, nuovi sentieri. A volte anche il solo cambiare il luogo del corpo e dell'anima ti fa ritrovare dei pensieri che non sapevi di possedere.
Sottolineo che questa breve divagazione interiore è condizionata dal mio compagno di letture. Ho portato con me un romanzo della scrittrice spagnola Carmen Martin Gaite, Nuvolosità variabile, dove il viaggio nel mondo interno riporta ad un'arcaica interpretazione della realtà, un'originaria infantile e primaria emozione!

Ma ecco, è passata una barca, l'Elizabeth Excursion, imbarcazione che conduce i turisti in mare aperto alla scoperta di fondali e mete naturalistiche e culturali vicine, e sta per approdare nel nostro piccolo porto di Silo.
Dopo qualche minuto che l'Elizabeth ha sfrecciato salutandoci, la scia bianca e schiumosa che ha dimenticato a poppa si trasforma in onde sepre piùgrandi che si schiantano sulla costiera e mi vedono balzare improvvisalemnte sull'attenti per salvare gli asciugamani da un sicuro inzuppamento!

(continua...)

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