Ma in questa valle incantata la pioggia ha vita dura in
questi giorni e il sole impera sopra le nuvole. Durante la notte il vento ha
comandato e soffiato lontano, le stelle si sono scoperte alle serate estive e
il cielo si accende di una trama ricamata, un merletto di stelle che ci invita
a tendere il capo all’insù per contemplarlo nella sua bellezza. In montagna
sembrano ancora più vicine e la poca illuminazione civile le lascia brillare
fino a notte fonda, a fare compagnia agli abitanti dei boschi e alle cime nude.
In più serate abbiamo potuto godere di quest’omaggio
partecipando alle feste tradizionali di paese: nel paese di Falzen, lasciato
alle spalle la musica della banda, ci colpisce il Crocifisso della chiesa che
si staglia luminoso, oltre le stelle, nell’oscurità.
Alla festa di San Giorgio un’altra orchestrina ci accompagna
mentre assaggiamo Bratwurst e pane e a Falzen dove la musica dava avvio alle
danze, Tirtlan e frittelle di mele alla cannella deliziano il nostro
palato! Ma è tempo di novità e decido così di impiegare gli ultimi
giorni alla scoperta di valli mai viste, quasi un’isola che non c’è!
Un cartello lungo il percorso attira la nostra curiosità e
così svoltiamo alla scoperta della gola di Lappago, dove il torrente ha dato
vita ad orridi e cascate d’acqua impetuosa che si frastaglia tra le rocce.
Il mugnaio, una figura
spesso guardata con sospetto, un “furfante, visionario ed estraneo”. E una
diffidenza, ad affidare ad altri il proprio grano, che pare avere da sempre
indotto gli agricoltori a macinare in proprio il raccolto. I pigiatoi servivano
a decorticare l’orzo, follare la lana e farne del loden, ricavare fertilizzanti
dagli ossi, frantumare i minerali, preparare il caffè con i fichi… che
libertà!
Quella mattina notiamo anche come i contadini delle varie
fattorie posizionano i contenitori di latta del latte raccolto dalle proprie
mucche ai bordi delle strade in attesa delle cisterne del consorzio adibite
alla raccolta. Che bella organizzazione!
Il pomeriggio lo dedichiamo al lago di Anterselva,
nell’omonima valle tra Brunico e Monguelfo. Pure qui rimaniamo incantati dai
bei colori dalle tonalità verde smeraldo, con le cime che si riflettono sulle
sponde. Vi passeggiamo attorno, avvolti dalla tranquillità, dai profumi del
sottobosco, dai suoni del ruscello.
A pochi chilometri, proseguendo, si raggiunge passo Stalle,
valico austriaco a 2.052 mt. Al ritorno dalla passeggiata ci aspetta una fetta
di Apfelstrudel bella calda alla piccola baita di legno.
E’ venerdì, ultimo giorno in cui saremo ospiti in questa
meravigliosa vallata. E’ il momento di Buba: abbiamo scoperto il Kurpark, nel
paese di Villabassa, parco giochi ospitato in un’area boschiva di cinque
ettari. Diviso in due aree giochi per età come parco avventura per i più
grandicelli. Alberi alti e secolari abitano il parco, un piccolo stagno
popolato da anatre e germani, libellule eleganti e diverse specie di uccelli.
Al limitare del parco è stata adibita una piccola area benessere
con tanto di percorso Kneipp e camminamenti su diverse superfici di terreno e
addirittura un inalatore naturale di essenze di pini mugo. Pare che
trascorrendo almeno mezz’ora al giorno 2-3 volte la settimana migliori le
funzionalità dell’apparato respiratorio e pervenga le infezioni tipiche del
periodo autunnale.
Mi siedo qualche minuto a respirare il profumo delle resine
degli aghi di pino, chiudo gli occhi rimanendo in ascolto del gocciolio
dell’acqua dalle fronde e dell’aria pulita che gonfia i polmoni.
Per Buba il divertimento è assicurato nell’area giochi:
altalene, scivoli, animali saltellanti, giostrine. La mamma si riposa
dondolante sull’amaca.
Ultima tappa nel pomeriggio a Monguelfo: c’è il Festival del
cioccolato! Lungo la via principale numerosi espositori: pasticcieri, scultori
di cioccolato e cioccolatieri si esibiscono ed espongono le proprie creazioni
dolci. Si annusa nell’aria il profumo di cacao! Che meraviglia: dalla gioia per
il palato allo splendore per gli occhi la vista delle cime!
E così giunge troppo in fretta la fine della nostra vacanza
in montagna. Salutiamo a malincuore gli animali della fattoria, persino la
scontrosa Lassie, che alla fine della settimana si è ammansita e ci saluta
scodinzolando per ricevere una carezza.
E’ un arrivederci, mi ripeto, allontanandoci dai verdi
monti. Il pensiero che esisterà sempre un posto così bello dove tornare,
addolcisce il distacco e trasforma la nostalgia in sogni.
complimenti per il blog, ricco di post interessanti!!!!Mi sono aggiunta tra i tuoi lettori, se ti va fai lo stesso con me!!!!Ciao Sabry
RispondiEliminaGrazie, passo volentieri a leggere le tue ricette!
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